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Classe '59, artista, graphic designer, musicista.

Disegno da sempre. Sono graphic designer dal 1978. Quando iniziai a lavorare ovviamente non esisteva il computer ed ogni fase del processo creativo di un progetto grafico era esclusivamente manuale: dallo scarabocchio, al bozzetto, al prototipo, all’esecutivo finale. Ciò mi ha consentito di sviluppare qualità preziose ancora oggi, dopo l’avvento della tecnologia (che amo): precisione, meticolosità, pazienza, rigore, forma mentale, approccio, disciplina, curiosità. La carta è stato il primo materiale con cui mi sono cimentato, non solo per disegnare illustrazioni, logotipi o definitivi per la stampa, ma anche per realizzare packaging, in particolare nei settori della gioielleria e della cosmesi. Da quel momento i progetti tridimensionali sono diventati la mia grande passione, che negli anni è sfociata in una direzione più puramente artistica.

Nel 2005, nel corso della mia lunga permanenza in Spagna (durata quasi 10 anni), progettai le mie prime opere. Dal mio rientro in Italia, grazie anche alla partnership con Favini – azienda leader nel settore a livello mondiale – che mi fornisce le tipologie più svariate delle carte che produce, ho realizzato oltre120 opere, alcune delle quali molto complesse e laboriose, che hanno richiesto fino a qualche mese di lavoro.

Il processo creativo varia da pezzo a pezzo - non ho e non mi interessa avere uno schema di lavoro fisso – e coinvolge principalmente stati emozionali e memoria visiva. In generale l’idea si fissa in seguito sulla carta sotto forma di semplice scarabocchio, perfezionandosi al computer in disegno vettoriale, indispensabile per definire nei dettagli forme, proporzioni e colori. Successivamente, specie per i progetti più complessi, realizzo un prototipo in scala per verificarne la fattibilità e stabilire l’ordine delle varie fasi di costruzione, che sono completamente ed esclusivamente manuali: disegni, tagli, pieghe, incollaggi, assemblaggi.

Non riesco a spiegare come faccio le mie sculture in senso generale, ognuna è diversa: un solo colore, un solo tipo di carta, molti colori, molti tipi di carta, quadrati, ovali, triangoli, cerchi, linee rette, linee curve, torri, figure “impossibili”, automobili, veicoli vari…

Ho imparato smontando gli oggetti fin da piccolo per vedere com’erano fatti DENTRO, facendo le cose nel “modo sbagliato” ed essendo curioso. Ritengo che ottenere qualcosa di sbagliato è il modo più importante per imparare, piuttosto che copiare qualcosa perfettamente.

La necessità di “mettermi in gioco” e di creare nuove “sfide” mi porta ad esplorare costantemente forme, spazialità, contenuti e temi diversi. Rifuggo con piacere dalla ripetitività e dalla “comfort zone” del conosciuto.

Trovo ispirazione in quasi tutto: dalla musica, dall’arte bi e tridimensionale, dall’architettura, dalla natura, dal cinema.

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